Abbiamo parlato abbondantemente della tua energia e di come accrescerla, ma è altrettanto importante fare attenzione a come non disperderla.
Dunque, cosa assorbe la tua forza vitale?
Diverse cose.
Se devo fare una top 5 delle più “prosciuganti” però, sono senza dubbio queste:
- sentirti in colpa
- cercare di avere sempre tutto sotto controllo
- procrastinare
- lamentarti
- E, ultimo ma decisivo: rimuginare sul passato
Rimuginare sul passato con la fatidica domandona risucchia-energia: “perché è andata così?”.
In linea di massima è andata così perché ieri non eri chi sei oggi, non avevi fatto le stesse esperienze, avevi una diversa consapevolezza e vedevi la realtà diversamente.
Quindi hai fatto il meglio che potevi in quel momento.
Il meglio che puoi fare oggi ( per te stessa/o) è perdonare e andare avanti.
E anche imparare ad investire meglio i tuoi “perché”.
Imparare ad usare i tuoi “perché” proiettandoli sul futuro invece che sul passato.
I “perché” proiettati sul futuro fanno crescere la tua motivazione e il tuo entusiasmo. Caricano la tua energia.
(“Perché voglio raggiungere questo obiettivo?”)
I “perché”rivolti al passato, servono a poco e anzi, molto spesso rischiano di immobilizzarti.
C’è una famosa storiella che spesso ho incontrato nei miei anni di formazione, quella dei due monaci zen, Ekido e Tanzan, che stanno rientrando al monastero dopo un violento acquazzone.
Lungo la strada incontrano una ragazza che indossa un favoloso kimono dorato e che è bloccata di fronte ad una grossa pozzanghera perché teme di rovinare il suo kimono attraversandola.
Tanzan la carica sulle spalle e senza pensarci troppo la trasporta oltre la grande pozzanghera; poi i due monaci proseguono nel loro cammino verso il monastero.
Quando sono quasi giunti a destinazione Ekido un po’ risentito dice a Tanzan: “perché hai caricato quella ragazza sulle spalle quando sai bene che le nostre regole ce lo vietano?”.
Tanzan sorridendo gli risponde: “Ekido, io diverse ore fa ho trasportato quella ragazza da un lato all’altro di una pozzanghera, tu la stai ancora portando sulle spalle”.
E tu? Cosa stai ancora portando sulle spalle?