Oggi ti vorrei raccontare di Persefone, visto che inauguriamo un nuovo ciclo primaverile e tutto va verso la luce.
Nel mito, al principio, questa dea si chiamava solo Kore (la fanciulla) ed era descritta come “la brava bambina della mamma”, dipendente e accondiscendente.
Un giorno, mentre era sola e raccoglieva dei fiori in un prato, fu attratta da un meraviglioso giacinto nero, ma quando fece per prenderlo la terra si squarciò e ne uscì Ade, Dio dell’Oltretomba, che la rapi’ e ne fece la sua sposa.
Persefone era disperata per essere stata trascinata in quel regno sconosciuto e buio, così come sua madre Demetra -dea delle messi- che girò tutto il mondo per ritrovare la figlia scomparsa e chiese più volte aiuto agli dèi, ma non ottenne nulla finché decise di non far più fiorire niente sulla terra se non le fosse stata restituita la figlia.
Dopo lunghe carestie Zeus si vide costretto ad ordinare ad Ade di restituire la ragazza alla madre; Ade la lasciò libera di andare, ma prima le offrì dei chicchi di melograno e lei li mangiò, sancendo in questo modo la sua appartenenza al mondo dell’Oltretomba.
Kore poté riabbracciare la madre e da allora passò metà dell’anno con lei sulla Terra (primavera/estate) e l’altra metà nell’Aldilà con Ade (autunno/inverno) al fianco del quale divenne regina degli Inferi, guida delle anime e padrona del proprio destino.
Da quel momento prese il nome di Persefone, “portatrice di luce” nel buio, dea del cambiamento e della trasformazione, di tutti i nuovi inizi.
Persefone rappresenta la parte vulnerabile e “bambina” dentro ogni donna, quella che cerca il suo valore nell’amore e nella stima degli altri, che vuole più di tutto essere accettata e non deludere nessuno.
Spesso la “donna Persefone” cresce attraverso esperienze dolorose o di cambiamento diventando finalmente padrona del suo “mantello nero”: profonda, empatica, intuitiva e capace di ascoltare il proprio cuore e di leggere con cura nel cuore degli altri.
Ogni donna, per diventare “regina del proprio regno” interiore deve ciclicamente tornare in contatto con la propria parte bambina, vulnerabile e bisognosa per poi integrare di volta in volta nuove consapevolezze su di se’ e nuove capacità.
Dunque, alla Persefone che è in ognuna di noi: buona fioritura!🌷
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