Perfetto viene da “perfectum” cioè compiuto, concluso. 

Ciò che è perfetto, o anche colui che è perfetto, è completo, chiuso, definito una volta per tutte.

E chi è che vuole essere fatto e finito?

In quanto essere umano tendi alla compiutezza ma non sei mai compiuto perché, semplicemente, sei vivo.

E finché sei vivo, sei un essere desiderante.

E sbagli, aggiusti il tiro, riprovi.

Del resto, sono  sempre il dettaglio mancante, l’errore, il piccolo difetto che rendono unico e speciale un dipinto, un volto, una persona. 

Perché puoi immaginare la perfezione, in quel dettaglio percepire ciò che manca e poi riempire quel vuoto col desiderio. 

Come nell’attesa di un incontro, in un sorriso sbilenco, in un bacio sospeso. 

Sono il vuoto, la sospensione,la mancanza che creano il desiderio, e il desiderio è sempre uno straordinario spazio di crescita.

Quindi evviva la tua (e la mia) magnifica imperfezione, auguriamoci che sia sempre meno imperfetta ma che resti comunque incolmabile, perché è la più grande spinta ad essere di più, a migliorare, colorare, illuminare ogni cosa, dentro e fuori di te.

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