Quante volte sento pronunciare il verbo pretendere? Tante.
Molto più dagli adulti che dai ragazzi, a dirla tutta.
E non è un verbo particolarmente amabile.
Il pretendere è una curva fuori norma, un’inflazione del prendere, una ridondanza del ricevere che raramente, peraltro, porta a qualche soddisfazione.
Spesso ci ritroviamo a pretendere attenzione, amore, sicurezza dall’azienda, dal partner, da un genitore, da un’amica/o o addirittura un conoscente.
Oppure a pretendere rispetto da un figlio, da uno studente, da un collega, quando sappiamo bene che il rispetto non è mai unidirezionale né dovuto, ma è sempre una moneta di scambio.
Cosi altrettanto spesso accade che nel pretendere rimaniamo frustrati perché la realtà ahimè, è che è bellissimo incontrare persone gentili ma nessuno ci deve niente.
Perché dovrebbe?
Tutti diamo e riceviamo quello che vogliamo e possiamo.
Per stare bene dunque, credo sia importante conservare un buon bilanciamento tra entrate e uscite: nell’alimentazione, nelle finanze, nell’uso delle energie e anche nelle relazioni (che non significa andare in giro con un cuore contato, solo con un cuore sano ed equilibrato).