Le brave bambine le conosco bene perché sono stata una di loro per moltissimo tempo e oggi posso affermare con sicurezza, dopo averne accompagnate tante, che non vanno in paradiso ma spesso invece si trovano imprigionate in un inferno.

Le brave bambine (e anche i bravi bambini, eh?!) crescono imparando che la cosa più utile è essere accondiscendenti, non creare problemi, e in generale evitare il conflitto o anche semplicemente un confronto, che le metterebbe a disagio.

Poi il tempo passa e si trovano ad essere delle persone adulte talmente abituate a compiacere gli altri e tenere il più possibile un’atmosfera armonica da non ricordarsi nemmeno più quale sia la loro vera voce e cosa gli piaccia davvero o al contrario non gli piaccia per niente.

Non ricordano più quali siano i propri confini personali. Va bene tutto pur di sentirsi brave, carine e amabili.

Va bene tutto ciò che riescono a tollerare (e la loro capacità di sopportazione è immensa).

Ma ciò che tolleri dice molto agli altri su come possono comportarsi con te. 

Cosi può accadere finalmente che un bel giorno le brave bambine si accorgano di vivere male l’unica vita che hanno in dotazione per non scontentare nessuno. 

E qui per una cosa magari anche piccola gli salta il tappo (ed è una benedizione perché se non salta sprofondano di un altro centimetro all’inferno)

E potrebbe anche accadere che in quest’occasione decidano che invece che rintuzzare il tutto, animate dal senso di colpa, possono cambiare prospettiva e vedere quest’esplosione, questa perdita di controllo solo come il fischio della loro pentola a pressione che finalmente ha trovato il modo (sbagliato) di sfiatare e possono perdonarsi per non essere state impeccabili come sempre, darsi una pacca sulla spalla e dirsi: “Ohhhh! Finalmente ho trovato questa mia benedetta voce!” . 

Poi si tratta solo di imparare a modularla.

Si può fare ♥️

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