Dopo circa 20 minuti di improperi con cui L. mi descrive la fine della sua relazione dopo 12 anni, a causa del suo ex-compagno, arriva il silenzio post-eruzione. 

Ci stiamo un po’ in quel silenzio, lasciamo che le parole si depositino sul fondo per cercare di vedere insieme le cose con più chiarezza.

È passato più di un anno dalla fine di questa relazione e L. è ancora preda della rabbia verso di lui e anche verso se’ stessa per il fatto di non riuscire a voltare pagina ed andare avanti.

La rabbia e il dolore quando si viene lasciati sono sacrosanti, ma sono solo il primo passaggio.

Quello che segue è decisamente più difficile, perché riguarda il farsi un’auto-analisi senza difese, abbellimenti e omissioni: ammettere con sé stessi le proprie responsabilità in quel fallimento.

Responsabilità che ci sono quasi sempre (ho messo il “quasi” perché so che la frase fa abbastanza arrabbiare già così 😉): anche quando ti senti la vittima delle vittime, se guardi bene e con onestà (almeno con te stessa/o) puoi trovarla quella mancanza, quel piede in fallo, quella superficialità in qualche situazione, quella tua debolezza, che anche se ti paiono bruscolini rispetto all’ enorme peccato dell’altro, esistono, e sono pezzi importanti del tuo puzzle.

Andare a scovarli, riconoscerli, accettarli, è indispensabile per proseguire perché i tuoi errori e i tuoi difetti ti dicono moltissimo di te, forse anche più dei tuoi punti di forza.

Guardarli ti permette se vuoi, di fare meglio, di cambiare strada, di crescere. 

Senza questo passaggio il dolore sarà stato inutile come è sempre inutile trovare le colpe negli altri: anche se è più facile, non ti serve a nulla. 

Non puoi cambiare gli altri ma puoi fare molto per te. 

Per stare meglio nella tua pelle e migliorare le tue relazioni, tutte, anche quelle concluse.

Inizia a guardarti, comincia stasera, dopo esserti lavata/o i denti, prima di andare a dormire, guardati negli occhi, profondamente, oltre lo specchio e inizia a dirtele le tue debolezze a voce alta: “io sono (o sono stata/o)…”.

Non ti sentirà nessuno, ma ti sarai finalmente “sentita/o” tu e da domani potrai iniziare a perdonarti e ad assomigliare un po’ di più alla persona che vuoi essere.

“C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce”    -Leonard Cohen-

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