Lo stupore è una delle 6 emozioni primarie, insieme a gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto. 

Ma spesso quando pensiamo alle emozioni di base, ce ne dimentichiamo. 

È addirittura la grande assente in Inside Out , chissà perché, me lo sono sempre chiesto: fai un cartone sulle emozioni e lasci fuori lo stupore, ci si sarebbe potuto disegnare un personaggio divertente, entusiasta e perennemente sorpreso; praticamente un bambino!

E invece lo stupore è importante, dovrebbe essere la prima delle emozioni primarie perché è quella che ci apre gli occhi, che ci fa “accorgere”.

 A scuola, quando parlo di emozioni con i bambini e i ragazzi gli racconto che le emozioni di base sono come i colori primari: le prime, le più semplici, quelle che poi quando cresciamo e tutto si complica, si mescolano dando vita ad emozioni molto più complesse.

E lo stupore è un colore primario irrinunciabile, è l’ingrediente base di un sacco di emozioni più complesse e meravigliose.

Per esempio, io lo associo al Natale da bambina, alle lucine, ai doni che comparivano magicamente sotto l’albero, al latte e biscotti e carote  lasciati la sera per Babbo Natale e le sue renne, che la mattina magicamente sparivano.

Non saprei dire con precisione con cosa si mischi lo stupore in questo caso, ma il risultato è “incanto”.

Lo stupore lo associo all’amore, a quando incontri l’amore che sai che è lì per cambiarti la vita e che puoi solo arrenderti. E allo stesso modo a quei fenomeni della natura che ti lasciano senza fiato. 

Questo mix è “vertigine”.

Lo associo al parto dei miei due figli, a quando li ho abbracciati la prima volta, ne ho sentito l’odore, ne ho ammirato a bocca aperta la perfezione in ogni dettaglio. 

Questo è “gratitudine”.

A quando balli per ore fino a dimenticarti del tuo corpo. 

Questo è “euforia”.

A quando sei impegnato in qualcosa che ti fa entrare nel flusso e perdi la cognizione del tempo e dello spazio.

Questo è “creatività”.

A quando sei in compagnia di buoni amici e respiri da dio, finalmente. Questo è “appartenenza”.

Lo stupore per me è anche ora, è tornato nel mio sguardo dopo aver fatto un giro immenso che quasi me ne scordavo. 

E questa la chiamo “bellezza”. 

Se ti capita di perdere la connessione con lo stupore, puoi chiedere aiuto ad un bambino o ad un artista – i loro cuori si somigliano – e re-imparare ad avere uno sguardo nuovo ogni mattina, per guardare ogni cosa: una giraffa, una forchetta, te stessa/o, un fiore come fosse un miracolo. 

Questo è “meraviglia”. 

Mentre tutti gli altri dormono, tu sei sveglio. 

Sì, è così che ti fa sentire.

Tu sei ancora capace di lasciarti stupire?

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